Come scegliere la cippatrice a scoppio o elettrica professionale
Nonostante una volta la legge italiana consentiva di eliminare scarti come rami e sterpaglie residue con un grande incendio, oggi questo non è più possibile, in quanto nuocerebbe all’ambiente e sarebbe motivazione di importanti sanzioni penali. Proprio in virtù di questo impedimento, ormai da anni, la cippatrice, anche chiamata biotrituratore, è diventata uno strumento davvero indispensabile sia per i cittadini che tengono molto alla cura del prorpio giardino, sia per i coltivatori veri e propri, che necessitano di questo importantissimo macchinario per assicurarsi una corretta pulizia dei campi.
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Questo particolare strumento, permette quindi di risparmiare moltissimo tempo altrimenti perso per portare i residui indesiderati presso le apposite discariche. Scegliere però la cippatrice corretta, e soprattutto adatta alle proprie esigenze, non è affatto semplice, in quanto da questa scelta dipenderanno attività essenziali come il risparmio di tempo e di costi, la produzione di materie prime per concimare piante e giardini e la produzione di energia tramite l’autoproduzione di pellet.
Proseguendo con la lettura di questo articolo, si avrà quindi possibilità di conoscere e comprendere ogni dettaglio relativo all’acquisto di questo particolare strumento di lavoro. In particolare, la guida all’acquisto proposta nelle righe successive, metterà a confronto le due principali tipologie di biotrituratore: quello a scoppio e quello elettrico professionale.
Quali materiali destinare a triturazione con cippatrice?
I prima di introdurre i due principali tipi di cippatrice, necessario è specificare quali materiali sono adatti a triturazione mediante questo macchinario. Tra questi rientra senza il dubbio legno fresco, ma solo verde. La struttura di una cipptarice rende quest’ultima adatta solamente a triturare legno appena potato. Un legno ben stagionato o secco infatti causerebbero sicuramente un grave danneggiamento o a una significativa usura delle lame e dei martelli che costituiscono l’impianto di taglio, minando in maniera significativa la qualità dell’affilatura delle lame e, pertanto, l’efficienza della cippatrice stessa.
Al contrario, assolutamente sconsigliato è l’inserimento all’interno del biotrituratore di foglie e aghi. Il fogliame può essere infatti destinato a triturazione solamente se attaccato a un ramo.
La totalità degli apparati interni di una cippatrice funziona secondo un principio di trascinamento, grazie al quale il legname viene agganciato e trascinato verso le lame. Qualora all’interno del biotrituratore si inserissero foglie o aghi, il processo verrebbe danneggiato, in quanto questi due elementi causerebbero come unico effetto l’ostruzione della tramoggia eliminando l’effetto della forza di gravità e impedendo quindi all’effetto trascinamento di portare gli scarti verso le lame.
Altrettanto evitabile è l’inserimento all’interno della cippatrice di foglie di palma o fichi d’india. Le prime, presentano una struttura notevolmente fibrosa, caratteristica che le rende forse il peggior nemico delle cippatrici. La natura flessibile e resistente delle foglie di palma portebbe quindi senza dubbio a un inceppamento del macchinario. Lo stesso discorso vale per gli scarti troppo umidi, come l’aloe o i fichi d’india. Questi infatti, se introdotti nella cippatrice, potrebbero causare intoppi nella zona di espulsione. Difficoltà e problematiche di questo genere si fanno ancor più presenti qualora il biotrituratore non fosse professionale, ma fosse di tipi hobbistico.
In alcuni casi, quando il processo di triturazione è abbastanza complesso, è necessario usare cippatrici professionali, che sfruttino per entrare in funzione il motore a scoppio, che presentino un considerevole numero di giri, delle lame ben affilate e, ultima ma non meno importante, un’ampia camera di macinazione capace di smaltire con relativa facilità ogni elemento inserito all’interno.
Cippatrici con motore elettrico
Ora che abbiamo visto e analizzato le modalità di utilizzo di una cippatrice, risulta necessario comparare le due tipologie di biotrituratori più utilizzate. Nel caso la cippatrice fosse destinata a un utilizzo casalingo e tutto sommato saltuario, il consiglio è quelli di acquistare un modello avente un motore elettrico. Questi macchinari, acquistabili da un prezzo di circa 100 euro in su, sono in grado di svolgere un ottimo lavoro ma necessitano di una fornitura di energia non indifferente.
In aggiunta, è consigliabile utilizzarli a una distanza non eccessiva dalla propria abitazione, in quanto una prolunga di oltre 25 metri potrebbe provocare il surriscaldamento del motore e il conseguente spegnimento del dispositivo. Questi sono quini prevalentamente indicati per tutti coloro debbano svolgere preiodici lavori di pulizia del giardino.
Ciò che li rende molto popolari è anche il prezzo, compreso tra i 100 e i 300 euro e quindi alla portata di tutti. Le cippatrici con motore elettrico sono macchinari strutturati per fare pulizia piccola scala e quindi preposte alla macinazione degli scarti di un piccolo giardino. Sebbene la maggior parte delle cippatrici con motore elettrico comporti la possibilità di inserire rami dal diametro importante, bisogna prestare sempre molta attenzione. La struttura del macchinario non permette infatti lavori prolungati su elementi dotati di un diametro importante.
Nonostante la quasi totalità dei biotrituratori elettrici siano prevalentemente di tipo hobbistico, ne esistono anche di professionali. Questi garantiscono infatti prestazioni di gran lunga superiori rispetto a quelle delle cippatrici sopracitate. I motori a induzione permettono uno sviluppo di potenza sensibilmente superiore ai motori a spazzole, ma ciò che veramente differenzia questa cippatrice dalle altre è l’autonomia, che rende questi strumenti perfetti la pulizia di area anche molto vaste. Molto importante è anche la facilità d’utilizzo, dovuta in gran parte alle tramogge di carico.
È possibile affermare con grande sicurezza che le cippatrici elettriche professionali sono un prodotto destinato a una ristretta fascia di utenti, particolarmente esigenti, che necessitano di uno strumento in grado di garantire alte prestazioni anche nella pulizia di giardini di dimensioni ragguardevoli o lavori di tipo agricolo. Ovviamente, il costo di queste cippatrici è notevolmente più alto e, spesso, può arrivare anche a 1000 euro, soprattutto nel caso il modello scelto permettesse la produzione di cippato in seguito adatto alla pellettizzazione.
Cippatrici con motore a scoppio
Le cippatrici professionali sicuramente più apprezzate e utilizzate sono quelle aventi un motore a scoppio. Queste infatti, sono in grado di svolgere lavori decisamente più complessi, sia per quanto riguarda le dimensioni del materiale destinato al trattamento di triturazione sia per la quantità dello stesso. Il maggiore vantaggio è però un altro, ed è quello che consente di operare in completa autonomia, anche molto lontano da casa, in quanto questi non necessitano di alcuna fonte energetica.
Nonostante i lati positivi siano sicuramente maggiori ai lati negativi, le cippatrici con motore a scoppio presentano alcuni importanti svantaggi. Tra questi, quelli più rilevanti sono le emissioni di fumo, il forte rumore e il peso significativo, caratteristica però che rende il macchinario molto resistente.
Le cippatrici a scoppio sono quelle più indicate per trasformare gli scarti della lavorazione in pellet, poiché riescono a produrre un cippato di altissima qualità. Come nel caso di quelli elettrici, altrettanto importanti sono i biotrituratori a scoppio di tipo non professionale. Acquistabili a un prezzo che va dai 300 ai 600 euro, questi sono l’ideale per svolgere lavori di pulizia domestici. Le caratteristiche sono del tutto simili a quelle delle cippatrici elettriche non professionali, solo che, come comprensibile dal nome, presentano un motore a scoppio, oltre che un prezzo più alto.
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